Ecocidio: in Europa arrivano nuove norme e sanzioni.

By : Aldo |Novembre 17, 2023 |Arte sostenibile, Home, i nostri figli andranno ad energia solare |Commenti disabilitati su Ecocidio: in Europa arrivano nuove norme e sanzioni.

La legislazione serve in ogni settore per regolamentare qualsiasi tipo di attività ed evitare crimini. Per questo le leggi vanno rispettate ma è anche necessario istituirle con criterio a seconda della circostanza presa in esame. Per questo analizziamo la proposta dell’Europa sull’ecocidio.

    

Ecocidio

Il termine ecocidio venne coniato per la prima volta nel 1970 dal biologo statunitense Arthur Galston per descrivere i danni causati dal cosiddetto “agente arancio”. Si trattava di un defoliante che l’esercito Usa sparse in enormi quantità sulle foreste tropicali durante la guerra del Vietnam. Successivamente, nel 1973 Richard Falk, docente di Diritto internazionale definì l’ecocidio come “Opera di consapevole distruzione dell’ambiente naturale”, descrizione invariata fino allo scorso giugno.

   

Proprio pochi mesi fa, infatti, un gruppo di esperti (avvocati e legali) ha trovato le parole giuste per indicare i reati ambientali a livello legale. Quindi, riuniti nella colazione Stop Ecocide International, hanno proposto l’inserimento dell’ecocidio nei crimini di guerra, contro l’umanità e i genocidi. Di seguito hanno definito che il termine ecocidio indica

 

atti illegali o sconsiderati compiuti con la consapevolezza di una significativa probabilità che tali atti causino danni all’ambiente gravi e diffusi o di lungo termine”.

Per concretizzare tale descrizione, si possono fare vari esempi:

  • le fuoriuscite di petrolio in alto mare, come quella della Deepwater Horizon del 2010;
  • gli sversamenti di petrolio nella regione del Delta del Niger;
  • la deforestazione in Indonesia e Malesia per la coltivazione di palma da olio;
  • lo sversamento di prodotti chimici nell’acqua, nel suolo o nell’aria a Bhopal, in India, nel 1984;
  • i progetti di fracking e quelli per estrarre petrolio dalle sabbie bituminose del Canada, che hanno devastato la fauna selvatica e le terre indigene.

Il momento storico europeo

In questo ambito è intervenuta anche l’UE che ha deciso di inasprire le sanzioni collegate a tale crimine. Questa mossa è stata guidata dalla deputata francese Marie Toussaint, che ha dimostrato come la crescita dell’attenzione sull’ecocidio sia cresciuta negli ultimi anni. Specialmente a seguito del disastro dell’Erika, un petroliere affondato al largo delle coste della Bretagna nel 1999.

      

In questo momento storico l’Europa sta affrontando molteplici sfide ambientali senza precedenti. Pertanto l’aggiunta dell’ecocidio all’elenco delle offese punibili dall’UE rappresenta un passo significativo verso una giustizia ambientale più efficace. Si discute spesso di tale questione anche perché correlata agli ultimi avvenimenti nel mondo e soprattutto in Europa. Per esempio, la guerra in Ucraina che ha determinato distruzione e contaminazione di vaste aree quindi di tutte le matrici ambientali. Questo ha causato danni per ben 53 miliardi di dollari a terra, acqua e aria.

 

La nuova normativa

Così, per mettere dei limiti a questi scempi ambientali (e di conseguenza umani), si è arrivati ad un accordo tra i due co-legislatori UE. L’intesa stabilisce l’aumento di atti qualificati come crimini ambientali da 9 a 18. Tra questi troviamo l’importazione e l’uso illegale di mercurio, così come di gas fluorurati. Per questi materiali si prevede l’abbandono graduale entro il 2050, poiché hanno un potere climalterante fino a 24mila volte quello della CO2. Si passerà quindi allo stop immediato al commercio di HFC per alcuni elettrodomestici comuni e non solo. Tra i nuovi crimini ambientali troveremo anche l’importazione di specie aliene invasive, lo sfruttamento illegale di risorse idriche e l’inquinamento causato dalle navi.

   

Di seguito sono state inasprite le pene per chi commette tali reati:

  • oltre agli 8 anni per le ‘qualified offences’, ora ecocidio;
  • fino a 10 anni di reclusione per privati e responsabili di aziende che commettono crimini che portano a decessi;
  • un massimo di 5 anni di carcere per i reati ambientali minori a seconda della gravità e della reversibilità o meno del danno arrecato.

Sarà data più attenzione a chi denuncia crimini ambientali ed è prevista protezione rafforzata per i whistleblowers. Ci saranno poi e aggiornamenti regolari per giudici, magistrati e funzionari delle forze di sicurezza con compiti legati alla tutela dell’ambiente. E scatterà l’obbligo per i Ventisette di organizzare campagne di sensibilizzazione mirate a ridurre i crimini ambientali.

   

Critiche al sistema

Nonostante il grande passo in avanti, c’è chi non crede al cambiamento annunciato. I dubbi riguardano la definizione del termine ecocidio: chi determina cosa significa, cosa include o chi e cosa riguarda? Se l’UE lasciasse carta bianca ad ogni stato, ognuno potrebbe definirlo in maniera diversa con possibile fallimento dell’opera. C’è chi pensa che potrebbe diventare oggetto di greenwashing, come un’arma economica o una propaganda politica.

     

Certo è, che si tratta di un movimento che sta prendendo piede velocemente con leggi già in vigore in paesi come Ucraina, Vietnam, Ecuador e Francia. Poi ancora in Brasile e Belgio stanno avanzando nella legislazione mentre Scozia, Spagna e Paesi Bassi hanno recentemente proposto di rendere l’ecocidio un reato.

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