G7. La Carta di Venaria non stupisce e non eccelle per novità ed impegni.

By : Aldo |Maggio 02, 2024 |Emissioni, Home |Commenti disabilitati su G7. La Carta di Venaria non stupisce e non eccelle per novità ed impegni.

Il 28 Aprile si è aperto a Venaria Reale, il G7 Clima, Energia e Ambiente del 2024, che, come tanti altri importanti incontri, non prometteva grandi cambiamenti. Il 30 aprile si è infatti chiuso il meeting con una “Carta” che tuttavia non riporta sostanziali novità. Al contrario sembra rendere tutto più vago e indefinito, con pochi nuovi obiettivi, azioni vaghe e misure poco restrittive.

La coalizione per l’acqua

Tra i vari impegni sottoscritti con la “Carta di Venaria”, i 7 Stati hanno portato alla luce un’importante criticità da risolvere, spesso oscurata da altri problemi. Infatti, per la prima volta si parla di una vera e propria “Coalizione per l’acqua”, ossia un impegno comune per far fronte alle rilevanti questioni legate alla fonte primaria di vita.

Questa novità deriva dal riconoscimento dell’importanza di tale risorsa in ogni ambito vitale, quindi per la pace e la serenità. Soprattutto se si parla di sostenibilità, per la quale servono azioni concrete e mirate. Il lavoro ipotizzato dai Paesi membri è quello di

 

identificare obiettivi e strategie comuni per catalizzare ambizioni e priorità condivise per affrontare la crisi idrica globale e sottolineare il ruolo degli approcci multisettoriali; integrare l’acqua e la sua rilevanza intersettoriale in modo efficace e coerente nell’esistente forum e processi, anche aumentando l’attenzione politica sull’acqua a livello globale”.


L’ipotetico phase out del carbone

Anche in questo caso si parla di “prime volte”, poiché è stata definita una data entro la quale escludere l’attuale produzione energetica a carbone. Questa un’iniziativa non scontata visti gli interessi di vari Stati partecipanti come il Giappone che ancora non ha impostato nessuna politica nazionale in tal senso. Oppure la Germania che ha fissato l’impegno entro il 2038. Il testo riporta quindi un impegno (molto flessibile) firmato da tutti, per

 

[…] eliminare gradualmente l’attuale produzione di energia da carbone nei nostri sistemi energetici durante la prima metà del 2030 o in una tempistica coerente con il mantenimento di un limite di aumento della temperatura di 1,5°C a portata di mano, in linea con i percorsi net-zero dei paesi”.

Inoltre, per raggiungere questo obiettivo, non si esclude anzi, si favorisce la cooperazione internazionale anche con il settore finanziario, per eliminare l’approvazione di nuove centrali elettriche alimentate a carbone, il prima possibile. 

Gli altri obiettivi del testo

Nel documento è stato riservato un capitolo anche per l’energia nucleare da fissione. In questo caso gli Stati si impegnano prima di tutto a promuovere iniziative di ricerca e sviluppo su tecnologie nucleari innovative. In più si è parlato dell’impiego di reattori modulari avanzati e di piccole dimensioni, per favorire un accesso maggiore agli strumenti di finanziamento. Mentre per quanto riguarda la fusione, è previsto un lavoro di gruppo, per condividere le migliori pratiche ed esplorare aree di cooperazione reciproca tra paesi.

Per quanto riguarda il gas, è stato condiviso un impegno comune per ridurre a zero le importazioni di gas dalla Russia, investendo su altro.

Si è discusso anche delle emissioni, concordando la riduzione del 75% delle emissioni di metano da combustibili fossili, legate anche alle operazioni di petrolio e gas entro il 2030. In questo senso si è trovato un accordo anche per quello che concerne la decarbonizzazione dei trasporti a favore di una transizione all’elettrico.

Durante l’incontro poi sono stati introdotti altri temi per i quali sono stati avviati nuovi impegni quali:

  • presentare NDC che dimostrino progressi e la massima ambizione possibile, con obiettivi di riduzione assoluta a livello economico, che coprano tutti i gas serra, i settori e le categorie, in linea con 1,5°C;
  • utilizzare la Conferenza sui materiali e minerali critici al fine di accelerare l’attuazione del “Piano in cinque punti per la sicurezza dei minerali critici” stabilita al G7 di Sapporo;
  • sviluppare una Agenda volontaria su tessile e moda circolari;
  • assicurare una transizione giusta verso l’energia pulita nei paesi in via di sviluppo, con particolare riferimento all’Africa;
  • contribuire a sestuplicare la capacità degli accumuli di energia al 2030, portandola fino a 1.5 TW, a livello globale.

Come tanti altri summit, non sembra che il G7 di Torino abbia fatto grandi passi in avanti. Di certo piccoli cambiamenti sono utili e fondamentali per il futuro, ma da Paesi così rilevanti ci si aspetta sempre di più. Nonostante ciò, in questo incontro è stato evidenziato un particolare non indifferente, anzi basilare per un vero e proprio sviluppo in tali ambiti.

Per la prima volta i Paesi G7 riconoscono ufficialmente che servono migliaia di miliardi di dollari per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi. Dunque, qualsiasi impegno o obiettivo può essere raggiunto solo con una mobilitazione straordinaria di risorse pubbliche e private.

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