A Torino il G7 sull’ambiente: cosa ne sarà della riunione 2024.

By : Aldo |Aprile 29, 2024 |Emissioni, Home |Commenti disabilitati su A Torino il G7 sull’ambiente: cosa ne sarà della riunione 2024.

La discussione sulle tematiche ambientali e la ricerca di soluzioni sostenibili sono fondamentali per garantire un futuro prospero e equo per le generazioni presenti e future. Affrontare le questioni ambientali, come il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e l’inquinamento, richiede un impegno globale e coordinato. Ed è per queste ragioni (e non solo) che sono stati istituiti vertici come il G7.

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Il G7 sull’ambiente

Il G7, o Gruppo dei Sette, è un forum internazionale composto da sette delle economie più industrializzate e avanzate del mondo. È nato originariamente come G6 nel 1975 per iniziativa del ministro delle finanze francese Valéry Giscard d’Estaing e del cancelliere tedesco Helmut Schmidt, con l’obiettivo di discutere e coordinare politiche economiche a seguito della crisi petrolifera del 1973. Successivamente, nel 1976, il Canada si unì al gruppo, trasformandolo nel G7.  Tra questi si contano: Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Giappone, Italia, Canada.

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Il G7 si tiene annualmente come un vertice dei capi di stato e di governo dei paesi membri, durante il quale vengono discusse questioni economiche, politiche e di sicurezza globale di interesse comune. Oltre ai leader dei paesi membri, solitamente partecipano anche rappresentanti della Commissione europea. Le discussioni nel contesto del G7 possono riguardare una vasta gamma di argomenti, tra cui:

  • Politiche economiche e finanziarie globali
  • Sviluppo sostenibile e lotta al cambiamento climatico
  • Sicurezza internazionale, terrorismo e conflitti regionali
  • Cooperazione commerciale e investimenti internazionali
  • Diritti umani e democrazia

Le decisioni prese nel contesto del G7 non hanno valore giuridicamente vincolante, ma le dichiarazioni e gli impegni assunti possono influenzare le politiche nazionali e internazionali dei singoli paesi membri. Tuttavia, è stato criticato per la sua composizione limitata e il suo ruolo relativamente esclusivo nel prendere decisioni globali, con alcune voci che chiedono un maggiore coinvolgimento di paesi emergenti e in via di sviluppo.

Venaria Reale 2024

Torino, più precisamente Venaria Reale ospiterà da domenica 28 a martedì 30 il G7 dedicato al clima, all’energia e all’ambiente. I principali temi che verranno discussi saranno quelli riguardanti la riduzione delle emissioni di CO2 e i finanziamenti dei Paesi in via di sviluppo. I ministri degli stati partecipanti sono pronti alla 3 giorni di argomentazioni nonostante nessuno di loro è in linea con gli obiettivi fissati al 2030. Questo vertice, come gli altri in questione, servono per arrivare al summit dei capi di Stato e di governo del G7 che si terrà a Borgo Egnazia, in Puglia, dal 13 al 15 giugno. Evento in cui non si avrà tempo di affrontare ogni singolo tema; dunque, i vari paesi arrivano con delle proposte già discusse e curate in precedenza.

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In questo caso, i paesi riuniti sono tra quelli che hanno le maggiori responsabilità storiche in fatto di emissioni di CO2. Per questo (e anche in virtù della loro forza economica e tecnologica) è richiesto loro lo sforzo maggiore in fatto di decarbonizzazione. Nonostante ciò, sembra sia difficile raggiungere obiettivi comuni e attuare un concreto piano di azione che possa essere rispettato nei tempi e nei goal.

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Le proposte

I temi specifici che verranno affrontati saranno molteplici, tra cui, inquinamento, consumo e produzioni sostenibili, economia circolare e uso efficiente delle risorse. Ci sarà anche focus sulle materie prime critiche e quello sulla biodiversità ed il benessere degli ecosistemi di terra e di mare. Inoltre, i ministri si confronteranno sulle misure mirate all’azzeramento delle emissioni di gas serra, come previsto dalla Net-zero agenda. Un altro argomento chiave sarà l’amministrazione delle risorse idriche, in particolare in collaborazione con Paesi come l’Africa, con dispositivi e tecniche messi a punto per la creazione di nuove infrastrutture e per il monitoraggio.

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Nello specifico l’Italia si presenta con idee chiare per rendere questo incontro più concreto possibile e pieno di ambizioni. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin ha presentato il programma con l’obiettivo di

imprimere una forte spinta allo sviluppo delle rinnovabili e allargare gli orizzonti a tutte le fonti che, con il supporto scientifico, possano garantirci la sicurezza energetica, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi ambientali».

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Inoltre, sarà dedicata particolare attenzione alle richieste e alle proposte dei giovani, nonché i protagonisti del futuro. Questo sarà possibile grazie all’iniziativa tenutasi in occasione della Giornata della Terra, il 22 aprile, organizzata da Earth Day Italia, un incontro degli Stati Generali dell’ambiente per i giovani, riuniti per preparare un documento di intenti proprio per il G7. 

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In questo caso gli under 30 chiedono la diffusione di informazioni verificate e attendibili sui problemi attuali con soluzioni innovative e concrete e esortano gli stati ad adottare politiche coerenti ed effettive per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità previsti. Sottolineano anche l’importanza della sensibilizzazione dei cittadini sull’impatto delle azioni quotidiane nel mondo.

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Le opposizioni

Nonostante le grandi previsioni e promesse, ci sono molti dubbi sull’efficienza di questo summit, visti gli andamenti dei vari partecipanti. Per questo l’associazione Climate Analytics ha analizzato i piani di riduzione delle emissioni dei Paesi del G7, descrivendo una situazione non positiva. Infatti, nessuno degli Stati è in linea per raggiungere gli obiettivi fissati al 2030, al massimo possono raggiungere la metà delle riduzioni entro lo stesso anno.

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Non a caso si richiede la definizione di Ndc (Contributi determinati a livello nazionale) molto più ambiziosi degli attuali con l’istituzione di politiche più adeguate e funzionali. Un problema alla base di tale argomento è proprio l’utilizzo e il finanziamento dei combustibili fossili. In particolare, l’Italia e il Giappone sono tra i primi 5 Paesi che sovvenzionano progetti di combustibili fossili nel G20. Mentre gli Usa e il Canada restano tra i principali produttori mondiali di gas fossili.

Un secondo problema è quello del nucleare, al quale la Germania ha rinunciato, mentre la Francia continua a puntarci e l’Italia che vorrebbe seguirla.

 

Bisognerà aspettare la fine di questo summit per capire come si muoveranno gli Stati membri nel futuro prossimo. Di certo non ci si può aspettare un cambio epocale con queste premesse, ma si può sempre sperare per dei piccoli passi in avanti.  

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