Troppe volte i videogiochi dei ragazzi sono stati giudicati poco opportuni o diseducativi. Oggi però esistono delle nicchie per le quali il videogame può incrementare la crescita e la formazione del giocatore e non solo.

Minecraft per il futuro

È curioso pensare che nel 2023 si cerchino giocatori di Minecraft per progettare le città del mondo. No, non si tratta di un film ma della realtà.

Il progetto Schools Reinventing cities (di C40) è un’iniziativa in collaborazione con Minecraft Education, il famoso videogioco d’avventura.

L’iniziativa prevede che gli studenti delle scuole medie e superiori di tutto il mondo, ridisegnino in modo “sostenibile” le proprie città. In questo modo, i ragazzi, gli adulti del futuro, potranno modificare i centri urbani che abitano, a prova di futuro.

Il programma nato a Londra è approdato anche a New York, Buenos Aires e Calgary, con la speranza di farlo arrivare in tanti altri Stati.

L’obiettivo più grande è proprio quello di coinvolgere le nuove generazioni nella gestione cittadina sostenibile. A tal proposito, gli studenti saranno protagonisti dei cambiamenti necessari per un futuro migliore, ovvero il loro.

In breve, rappresenta una vera e propria sfida alla pianificazione urbana delle proprie città.

Schools Reinventing Cities

É importante che i giovani studenti delle scuole medie e superiori, abbiano la possibilità di ideare e creare una città diversa da quella che conoscono. È rilevante per molteplici motivi che in alcuni casi vanno oltre il “semplice” studio della sostenibilità.

Sicuramente è un sistema che aiuta i ragazzi a conoscere sotto vari aspetti, magari anche sconosciuti il luogo in cui vivono. Tale conoscenza li rende consapevoli di tutti i servizi che il centro abitato offre, o in altri casi non presenta. Proprio così gli studenti potranno avere una panoramica della situazione per poi studiare quali modifiche apportare nel loro modello digitale.

Vista l’entità del piano, i cambiamenti da proporre riguardano il settore della sostenibilità dunque, i ragazzi dovranno studiare bene le loro mosse. Sicuramente si potrebbe mirare sull’ aggiunta di aree verdi, spazi collettivi e di mobilità sostenibile, oppure sulla riduzione delle isole di calore. Così facendo i giovani si avvicinano anche alle nuove tecnologie utili per la transizione ecologica quindi per le modifiche che proporranno.

Tuttavia, la collaborazione tra il videogioco più in voga negli ultimi anni e un progetto per le smart cities offre anche un altro beneficio. Quello della formazione degli adulti del futuro.

Infatti la scuola non dovrebbe anche aiutare i ragazzi a formarsi come cittadini del mondo, con obiettivi e sogni da raggiungere e realizzare. Perciò è fondamentale la possibilità di far conoscere loro, nuove passioni, gli impieghi del futuro, dimostrargli studi e carriere che potranno intraprendere dopo le scuole superiori.

Questo importante punto è centrato pienamente dal progetto, poichè gli studenti interpretano il ruolo dei professionisti quotidianamente incaricati di gestire l’ambiente costruito anche per un solo giorno. Quindi capiranno di cosa si occupa un architetto, un pianificatore, un direttore delle costruzioni piuttosto che un ingegnere o un designer.

Dunque saranno in grado di avvicinarsi a determinate professioni, o ad allontanarsi nel caso capissero che quel tipo di impiego non fa per loro.

In entrambi i casi si tratta di formazione di un certo tipo, che raramente si trova negli istituti italiani, nei quali, inoltre, il progetto non è ancora arrivato.

L’entità C40

C40 è l’ente all’origine di questo grande progetto. È una rete globale di circa 100 sindaci delle principali città del mondo, che insieme vogliono affrontare la crisi legata al cambiamento climatico.

Il piano intende creare una collaborazione basata su un approccio inclusivo e scientifico. L’obiettivo è quello di dimezzare le emissioni di ogni città, entro il 2030, e di costruire comunità sane, eque e resilienti attraverso una diplomazia internazionale. Inoltre, si punta a facilitare investimenti in lavori verdi e progetti che migliorano la resilienza nelle città.

La partecipazione all’iniziativa non si basa sulle tasse ma sulle prestazioni di ogni città che a tal proposito ha dei doveri da rispettare.

Come già detto deve presentare un piano d’azione per il clima resiliente e inclusivo in linea con l’ambizione di 1.5 °C dell’accordo di Parigi. In questo senso servirà poi un regolare aggiornamento di tale piano, anche in virtù del fatto che l’impegno deve essere portato avanti fino al 2024. Successivamente sarà rinnovato per il 2030.

Tali modifiche avverranno grazie a strumenti di vario tipo per affrontare la crisi climatica, integrando i propri obiettivi climatici nei processi decisionali maggior impatto. Senza dubbio servono innovazioni e iniziative inclusive e resilienti per affrontare le emissioni al di fuori del controllo diretto del governo della città.

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