Gli impegni a favore dell’ambiente sono tanti e vari e le aziende sono le prime a dover rispettarli a pieno.

Tuttavia, in alcuni settori si notano ancora troppi pochi sforzi e in alcuni casi poca trasparenza nelle azioni sviluppate.

Carbon Discolure Project

Carbon Discolure Project è un’organizzazione no-profit che amministra il sistema di divulgazione globale per specifici settori. In pratica investitori, aziende, città, stati e regioni vi si affidano per gestire i propri impatti ambientali.

L’organizzazione è leader mondiale (definito anche gold standard) del reporting ambientale, poichè possiede il data set più ricco e completo sull’azione aziendale e urbana.

L’obiettivo è quello di costruire un’economia sostenibile che funzioni a lungo termine, per mezzo di azioni concrete e trasparenti, per un successo collettivo.

Nello specifico, il CDP misura e gestisce rischi e opportunità sul cambiamento climatico, la sicurezza idrica e la deforestazione dei suoi membri.

Attualmente conta più di 5.800 aziende europee, 18.700 a livello globale; più di 150 governi locali europei e 1.100 in tutto il mondo. Inoltre, il ministero francese, tedesco ed italiano sono partner governativi di CDP Europe.

   

L’ultimo report CDP

Nell’ultimo report riguardo la deforestazione, il CDP riporta dati che sottolineano l’importanza di una modifica dell’approccio nei confronti della deforestazione.

Lo studio dichiara che solo il 3% delle aziende traccia il rischio di deforestazione lungo la filiera, ossia garantiscono la piena tracciabilità dei propri movimenti. Quindi tali realtà sono le uniche ad effettuare valutazioni di rischi delle foreste, includendo la mappatura e la segnalazione dell’ubicazione delle operazioni e dei fornitori.

Ancora, il 60% delle imprese campionate ha delle misure anti-disboscamento, tuttavia sono poche quelle veramente virtuose.  Concretamente significa che 6 imprese su 10 sono trasparenti sull’impatto delle loro attività nelle foreste del mondo. Mentre il 10% ha dei programmi saldi e validi per ridurre la deforestazione a zero nell’arco di 2 anni. Ed infine, esclusivamente l’1% oltre alla deforestazione zero, si impegna nella tutela sociale ed economica per i lavoratori.

Deforestazione nel 2023

Quello della deforestazione sfortunatamente resta uno dei principali argomenti trattati se si parla di cambiamento climatico. In genere si discute della situazione in cui versano le foreste amazzoniche che sono state distrutte come mai prima d’ora.

Attualmente i dati a riguardo sono controversi poiché, nei primi 6 mesi del 2023, il tasso di deforestazione è calato del 34% rispetto al 2022. Purtroppo, però, determinate attività sono continuate in tutta tranquillità e nello stesso periodo sono stati rasi al suolo 2650 km2 di foresta tropicale.

Anche per quanto registrato dal CDP si può osservare una grande ripresa o crescita, accompagnata da dati meno positivi. Per esempio, dal 2017 le aziende che comunicano alcuni dei rischi del proprio business, legate alla deforestazione, sono cresciute del 300%. Nonostante ciò, azioni e piani validi per la salvaguardia delle foreste risultano pochi e poco efficaci.

In breve, ci sono tante parole e pochi fatti.

Economia

Come detto nel paragrafo precedente, il CDP si occupa anche di economia dimostrando nei suoi report cifre legate ad attività nell’ambito del “polmone verde”.

Quello che si legge nell’ultima analisi, afferma che gli investimenti per mitigare i rischi della deforestazione convengono più della noncuranza di un’azienda.

Il totale delle perdite potenziali, ossia perdite legate alla compensazione de danni provocati è di 330 milioni di dollari per azienda. Quando per le misure di mitigazione servono appena 17 milioni di euro.

Anche in questo caso la prevenzione conviene sotto tutti i punti di vista.

 

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