Non mancano idee ai giovani italiani che creano sempre più startup per migliorare il futuro e il pianeta.

RECO2

RECO2 è una realtà nata dall’idea di 4 giovani della provincia di Frosinone, che di fronte ad uno scenario di degrado hanno deciso di agire.
Un giorno Desirè Farletti (COO di RECO2) tornando a casa, si trova davanti una discarica a cielo aperto: era piena di copertoni bruciati illegalmente. Da quel momento, ha deciso di agire concretamente per migliorare la situazione ed aiutare il pianeta.

Nel 2017, nasce RECO2 che prende piede tra le startup italiane, tanto da partecipare a convegni nazionali e programmi internazionali, vincendo premi di grande prestigio.

L’impresa innovativa lavora nel campo della bioedilizia, con la missione di renderlo più sostenibile e di sviluppare maggiormente il concetto di economia circolare.

Già il nome rappresenta a pieno l’idea di una realtà “green”: con l’incipit R, che riprende i processi di riciclo, riuso e riduzione. Poi abbiamo la CO2, problematica e/o argomento non centrale del gruppo ma importante per gli sviluppi delle loro produzioni.

L’autenticità della startup

Le fondamenta della società si basano sull’idea di recuperare e trasformare materie prime seconde inorganiche per creare nuovi prodotti per la bioedilizia.

L’intero piano è infatti correlato all’evento che ha condotto alla nascita della startup. I giovani hanno pensato di lavorare proprio con quei materiali che trovarono nella “discarica”; quindi scarti di varie produzioni industriali e pneumatici usati.

Infatti, dall’uso di scarti minerari, dell’acciaio, del vetro, degli pneumatici usati e lavorazioni di ceramiche, sono riusciti a creare nuovi prodotti per l’edilizia green.

L’operazione è possibile grazie ad un processo di attivazione chimica e una conseguente produzione a basso impatto ambientale.

  

Prodotti

Il principale prodotto, nato dalle menti dei 4 fondatori, è il Vytreum.

Un materiale ceramico-cementizio, composto per il 95% da materie prime seconde divise per il 50% da scarti minerari e 50% da scarti metallurgici.

Inoltre, è un prodotto resistente e con bassi valori di porosità, creato con una tecnologia brevettata dall’impresa stessa.

Si tratta di una “clean technology” che permette di ridurre costi di produzione, consumi ed emissioni di CO2 rispetto ai soliti metodi.

Al contrario delle altre produzioni, il Vytreum viene realizzato con temperature inferiori ai 100°C per mezzo dell’attivazione chimica a freddo (brevettata da RECO2). Dopodiché si ha una fase di betonaggio che spesso avviene in impianti di terzi esterni, che mettono a disposizione i loro stabilimenti.

L’nnovazione garantisce un risparmio dell’80% sui costi energetici e una riduzione del 95% del consumo d’acqua paragonato ai processi di pavimentazioni in ceramica.

Il prodotto si adatta a varie applicazioni, civili, industriali, di pavimentazione esterna e interna, soprattutto perchè con la stampa in 3D possono scegliere qualsiasi forma.

I prossimi passi.

Dopo Vytreum, RECO2 pensa al futuro e porta avanti programmi di ricerca e sviluppo per nuove creazioni.

Il piano è quello di produrre rivestimenti o prodotti per l’isolamento termoacustico, sempre con il 100% di materiali riciclati e il 90% di emissioni di CO2 in meno.

Quello che sicuramente non manca alla startup sono le idee innovative, per dare valore agli scarti ed incrementare l’economia circolare.

Con una lista piena di premi nazionali, locali, per programmi di innovazione e finanziamenti, RECO2 può solo crescere aiutando la Terra.

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