L’Europa sceglie il cavo usb-c: ecco come la norma ridurrà i rifiuti elettronici.
É fatta!
Il parlamento europeo ha finalmente espresso la sua opinione sull’utilizzo di caricabatterie universali.
Precisamente entro l’autunno del 2024 l’Europa potrà usare per molteplici dispositivi lo stesso caricatore.
La legislazione infatti, prevede che smartphone, tablet e fotocamere digitali, eBook, cuffie e auricolari, console e casse portatili, tastiere, mouse e laptop con potenza massima di 100 W potranno essere alimentati con il cavo usb-c.
Fino ad oggi, grandi e piccoli produttori si sono attenuti al libero mercato e quindi anche alla libertà di scegliere come progettare i propri dispositivi.
Con la nuova proposta invece, le cose cambieranno e tutti dovranno seguire le nuove direttive; tra i tanti anche Apple che dovrà abbandonare il cavo “lightining”, dopo 10 anni dalla sua nascita.
“In numeri”
Le ricerche antecedenti la proposta di legge, hanno confermato che grazie a questo importante cambiamento si sceglierà una strada più sostenibile per l’ambiente e per i consumatori.
Basti pensare che in media ogni cittadino possiede almeno 3 caricabatterie per telefono, una quantità superflua che comporta la produzione di 11 mila tonnellate di rifiuti elettronici ogni anno.
A tal proposito, si interverrà in maniera significativa per ridurre al minimo questo enorme volume di RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), con il conseguente risparmio di 250 milioni di euro.
“Complicanze”
Purtroppo, come per ogni grande riforma, sono stati riscontrati dei problemi per quanto riguarda l’applicabilità della legge.
La complicanza sta nel fatto che un caricatore da 20W può alimentare uno smartphone, un e-book e una fotocamera digitale ma non un portatile che necessita di una potenza maggiore.
Un’ulteriore difficoltà si riscontra nell’utilizzo di cavi simili con qualità diverse: un dispositivo nuovo deve essere accompagnato da un caricatore che soddisfi le sue esigenze e quindi che sia performante allo stesso modo.
Senza dubbio serviranno maggiori precisazioni per poter attuare il nuovo regolamento nella maniera più efficiente possibile.
Dalla proposta all’adozione della normativa, sono passati ben 13 anni, troppi se non inaccettabili per un’innovazione del genere, secondo alcuni rappresentanti del “semicerchio”.
Di certo questo è solo un primo passo per il futuro; si dice che dopo la prima vittoria il parlamento discuterà le leggi inerenti al diritto alla riparazione e l’obsolescenza programmata.
Nei prossimi anni assisteremo ad un grande cambiamento nel mercato elettronico e sarà interessante osservare come le grandi aziende agiranno di conseguenza.