L’intelligenza artificiale oscilla tra l’essere una grande scoperta ad una possibile minaccia. Sta di fatto che si tratta di un nuovo modo di usare la tecnologia, tanto atteso quanto respinto. Sicuramente l’IA può facilitare tanti lavori, tanti studi e tante operazioni quotidiane e necessarie all’uomo. Ma proprio per questo per molti è quasi considerata come una minaccia. Tuttavia tra i progetti positivi che vedono l’intelligenza artificiale come un mezzo per migliorare la vita di tutti e renderla più sostenibile, troviamo l’idea di Orbisk.
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L’IA per il futuro
L’intelligenza artificiale (IA) è una disciplina che sviluppa sistemi in grado di svolgere compiti tipici dell’intelligenza umana, come percezione e problem solving. Nonostante diventi sempre più sofisticata, presenta anche delle sfide etiche e di sicurezza che devono essere affrontate durante la sua evoluzione per evitare che diventi una minaccia. Tuttavia, l’IA è applicabile in vari settori, come sanità, istruzione, industria e sta diventando ogni giorno più importante anche per la lotta contro il cambiamento climatico e nell’adattamento ad esso.
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Infatti, grazie alla sua capacità di elaborare grandi quantità di dati, l’IA può aiutare a prevedere e monitorare gli effetti del cambiamento climatico con una precisione senza precedenti. Dunque, può essere utilizzata per ottimizzare l’uso delle risorse, ridurre le emissioni di gas serra e sviluppare soluzioni innovative per affrontare le sfide ambientali. Sembra non esistano confini di utilizzo di questa tecnologia; dall’agricoltura di precisione alle smart grid, dall’analisi dei dati satellitari alla progettazione di edifici sostenibili. Pertanto, investire nel suo sviluppo e nella sua applicazione è fondamentale per garantire un pianeta sano alle future generazioni.
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Lo spreco alimentare
Uno tra i tanti settori in cui l’IA può essere impiegata è proprio quello alimentare, visti i grandi problemi mondiali di spreco e allo stesso tempo di malnutrizione. In generale c’è un filo conduttore che unisce cibo, energia, natura e perdite economiche, ossia lo spreco alimentare. Si tratta di un problema crescente in un sistema alimentare globale insostenibile e questo è visibile tramite i dati.
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Attualmente, un terzo della produzione alimentare mondiale non viene consumato, con sprechi lungo tutta la filiera, maggiormente nelle case. Secondo gli studi, se non si agisce, entro il 2050 queste perdite raddoppieranno; pertanto, aumenteranno anche i prezzi dei settori affini. Per esempio, in Italia, si gettano circa 25 kg di cibo a persona all’anno, con un costo complessivo di circa 15 miliardi di euro (un punto di PIL). Nonostante ciò, il 9,4% degli italiani vive in povertà alimentare. Cambiare questo ritmo e optare per un’alimentazione sostenibile, è essenziale e l’ONU ha fissato l’obiettivo di dimezzare lo spreco alimentare globale entro il 2030. Questo perché a livello mondiale, il valore economico del cibo sprecato raggiunge i 1.000 miliardi di dollari, ma con i costi ambientali nascosti arriva a 2.600 miliardi. È qui che l’IA può venirci incontro, e può portare una nuova attenzione al tema, per provare a risolvere, almeno in parte tale problema. Orbisk, un’impresa innovativa, è riuscita aa creare una tecnologia per la quale, grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, si può quantificare lo spreco alimentare.
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Orbisk
Orbisk è una startup olandese nata nel 2017, fondata da Olaf van der Veen, insieme a Bart van Arnhem e Richard Beks. L’impresa innovativa ha l’obiettivo di combattere lo spreco alimentare nelle cucine professionali utilizzando l’intelligenza artificiale. In questo caso, la tecnologia impiegata da Orbisk si basa su un sistema di riconoscimento delle immagini che, tramite una telecamera e una bilancia digitale installate sui bidoni dei rifiuti, rileva gli alimenti scartati. L’algoritmo AI identifica il tipo, la quantità e il momento esatto in cui il cibo viene buttato, fornendo dati dettagliati sui flussi di rifiuti. Queste informazioni poi permettono di individuare inefficienze strutturali nelle cucine di ristoranti e mense, aiutando a ridurre lo spreco alimentare.
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Il prototipo
Il dispositivo tecnologico di Orbisk è stato reso disponibile per i ristoranti con una formula di leasing e non richiede spazio aggiuntivo o nuove infrastrutture in cucina, poiché si integra facilmente con il bidone dei rifiuti esistente. Il tutto deve essere connesso ad una rete mobile o ad un Wi -Fi, affinché i dati raccolti vengano inviati automaticamente al cloud. Il software è in grado di analizzare vari aspetti, come il tipo e la quantità di cibo scartato, il livello di lavorazione e il momento e motivo dello smaltimento. Inoltre, rileva anche se il cibo proviene da una padella, un tagliere o un piatto, consentendo di identificare le fasi in cui si verificano inefficienze.
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Per far sì che questa tecnologia sia produttiva e aiuti veramente il nostro pianeta, sono previste giornate di formazione per il personale di cucina. Così lo staff è capace di interpretare i dati e utilizzarli, grazie anche ad un focus sui momenti del processo in cui si verificano sprechi e suggeriti i possibili miglioramenti.
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Olaf van der Veen ha spiegato che Orbisk sta lavorando per integrare i dati sui rifiuti con quelli di vendita, acquisto, numero di coperti e persino informazioni sulle previsioni del tempo. L’obiettivo è prevedere il consumo futuro per ridurre gli sprechi in modo proattivo.
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Nel 2023, Orbisk ha ampliato l’installazione dei suoi dispositivi nelle cucine dei ristoranti olandesi, passando da venti a 120 dispositivi entro giugno, con l’intenzione di installarne altri 300 entro la fine dell’anno. A partire dal 2025, l’azienda prevede di espandersi negli Stati Uniti, noti per l’alto livello di spreco alimentare.