Zeno combatte la pesca a strascico: l’Università di Pisa si unisce a Greenpeace.

By : Aldo |Ottobre 21, 2022 |Acqua, bastaplastica, Emissioni, Home, mare, menorifiuti, obiettivomeno rifiuti, plasticfree, Rifiuti |0 Comment

Zeno combatte la pesca a strascico: l’Università di Pisa si unisce a Greenpeace.

Cosa nasce dall’unione tra l’Università di Pisa e Greenpeace?

Zeno.

 

Il robot

Zeno è un robot progettato dal dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa per combattere la pesca a strascico illegale.

É un dispositivo compreso di sonar con i quali descrive la conformazione e la presenza di solchi nel substrato marino grazie all’analisi dell’eco riflessa.

Le fotocamere servono per dare maggiori informazioni visive per la successiva mappatura del fondale oltre i 50 metri, una zona solitamente difficile da monitorare.

 

I solchi e le attività illecite in aree protette che Zeno è in grado di captare sono correlati alla pesca a strascico illegale.


La pesca a strascico

É un metodo di pesca che consiste nel trainare attivamente una rete da pesca sul fondo del mare con un impatto negativo su vari aspetti.

É capace di distrugge interi ecosistemi come le praterie di posidonia e non consente una vera selezione delle specie raccolte.

Infatti, i pescherecci non fanno differenza tra esemplari adulti o giovani, né tra specie commerciali e non commerciali, comportando gravi modifiche all’equilibrio dell’ambiente marino.

 

In Italia è stata quindi vietata questa tecnica entro le 3 miglia marine o sopra i 50 metri per risanare la problematica.

Purtroppo, molti pescherecci continuano la loro attività creando danni irreparabili, diventando una delle prime cause del depauperamento del coralligeno, delle praterie di posidonia e della fauna ittica.

 

Greenpeace e l’Università di Pisa

La nota ONG Greenpeace e il dipartimento di Ingegneria dell’Informazione si sono uniti per poter monitorare le possibili attività illecite con l’aiuto del robot.

Sotto la guida del docente di robotica, Riccardo Costanzi, hanno testato il drone nell’area di Castiglione della Pescaia (Grosseto) verso la fine di giugno 2022.

Nei mesi successivi si sono spostati nell’area di foce dell’Ombrone e poi nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.

 

La richiesta parte dall’organizzazione, che per contrastare l’illegalità nel campo ambientale, ha scelto di rivolgersi al mondo della ricerca soprattutto per verifiche e monitoraggi validi e specifici.

 

Per le stesse ragioni, il dipartimento si  è reso disponibile a queste collaborazioni per dare il proprio contributo nella transizione ecologica e per un miglioramento a livello ambientale.

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