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Mai più scontri tra balene e navi: l’AI che salverà i grandi cetacei.

By : Aldo |Novembre 09, 2022 |Acqua, bastaplastica, cetacei, Emissioni, Home, mare, plasticfree |0 Comment
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Ogni anno più di 80 balene, muoiono a causa degli scontri con le navi nella West Coast.

Per mettere fine a questa “normalità”, il Benioff Ocean Initiative dell’Università della California, ha sviluppato un metodo di monitoraggio interattivo.

La situazione nei porti della California.

Come riportato 2 anni fa, i porti della California meridionale hanno in mano la maggior parte dei carichi oceanici di tutti gli USA.
La situazione però non è diversa nei canali del nord, dove insieme alle migliaia di navi container ci sono anche tante balene in via d’estinzione.

La pericolosità di questo fenomeno aumenta quotidianamente, tanto che lo scorso mese, nella Baia di San Francisco è morta una megattera peculiare.

Fran, la megattera famosa, grazie ai suoi 277 avvistamenti dal 2005, è morta a causa di un impatto con una nave.

 

Le cause

Per l’aumento della temperatura, le balene sono costrette a cercare cibo in zone per loro pericolose come i porti.

Purtoppo, loro non sanno che quella in cui si dirigono è una zona stracolma di navi da container che non rispettano i limiti di velocità.
Sì, in teoria le navi dovrebbero rallentare entrando nei porti, in pratica molti capitani non rispettano la regola e le conseguenze sono chiare a tutti.

 

Succede nei pressi di San Francisco e di Santa Barbara: ogni anno muoiono più di 80 balene per gli scontri con le navi.

Solo tra il 5% e il 17% delle carcasse viene recuperato, il resto affonda senza lasciare traccia, tra la noncuranza di marinai, capitani e lavoratori.

 

Whale Safe

Douglas McCauley, direttore del Benioff Ocean Initiative della University of California e la sua squadra hanno trovato una soluzione per proteggere le balene.
Whale Safe è un nuovo sistema di monitoraggio in funzione dal 2020 nella baia di San Francisco e dal 2021 nel canale Santa Barbara.
Il programma è basato sull’applicazione dell’intelligenza artificiale nelle cosiddette boe intelligenti ideate da Mark Baumgartner.

Grazie al suo lavoro presso il Woods Hole Oceanographic Institution del Massachusetts, oggi è possibile monitorare gli individui e salvarli.


Il meccanismo

Le boe intelligenti sono collocate a 40 km dalla costa e sono connesse a microfoni che si trovano a 80m di profondità.

In questo modo, i microfoni captano il canto delle balene che solitamente si muovono tra i 400 e gli 800 metri di profondità.

 

Successivamente, le boe trasmettono i versi ad una centrale tramite satellite e grazie ad un database si stima l’area interessata dai “giganti marini”.

Questo sistema è affiancato dall’app Whale Alert, con la quale chiunque può segnalare un avvistamento in tempo reale.

Così, la centrale crea un indice di presenza sempre più preciso, con il quale informa le navi della possibile presenza di individui.

L’indice varia da un livello basso ad uno molto alto e sfortunatamente, ad oggi, sia a San Francisco che a Santa Barbara registrano un livello altissimo.

 

Oltre alle boe e all’app, Whale Safe ha pensato bene di creare delle pagelle per le navi, rendendo pubblici i dati sulla condotta di ognuna.  

Le pubblicazioni mettono chiunque al corrente dei comportamenti delle navi, quindi del loro atteggiamento rispetto la salvaguardia delle balene.

 

Per ora, il sistema sembra funzionare e con le pagelle le varie società commerciali non possono più nascondersi.

La salvaguardia delle balene in via d’estinzione è fondamentale per la biodiversità ed è importante che al giorno d’oggi si sfruttino le migliori tecnologie per questi progetti.

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“SEATY”, il progetto di Worldrise per la conservazione delle coste.

By : Aldo |Ottobre 06, 2022 |Acqua, cetacei, Home, mare, plasticfree |0 Comment

Golfo Aranci ospiterà la prima area SEATY, un tratto di costa dal valore ecologico inestimabile.

📍Cala Moresca, Golfo Aranci

L’Italia è bagnata per 8300km dal Mediterraneo, un mare che vanta dei paesaggi costieri meravigliosi e più di 17 mila specie; eppure, resta uno dei più sovrasfruttati al mondo con solo l’1% di aree marine protette.

Per questo Worldrise, onlus italiana fondata da Mariasole Bianco, ha da anni l’obiettivo di proteggere il nostro mare, per dare valore alla natura che ci circonda.

L’organizzazione, per mezzo di attività volte alla sensibilizzazione (lezioni e laboratori nelle scuole, borse di studio per gli universitari) è riuscita a condividere la propria missione fino a realizzare la prima area SEATY.

Una SEATY è un’Area di Conservazione Marina Locale, ovvero un tratto di costa dall’elevata importanza ecologica che per tale valore viene delimitata e protetta.
Grazie alle conoscenze di studiosi, l’aiuto di volontari e il finanziamento di Fastweb, è stata inaugurata la prima area a Golfo Aranci in Sardegna.

Parliamo di un tratto di costa di 1300 m (dalla spiaggia di Baracconi fino a Cala Moresca), entro il quale vengono svolte varie attività come lo yoga in spiaggia, i beach clean up e lo snorkeling gestite dai volontari della stessa onlus.

La missione è supportata anche dalla segnaletica che Worldrise ha creato con descrizioni semplici, fresche e accattivanti per spiegare al visitatore cosa ha di fronte e i comportamenti da mantenere durante la permanenza in quella zona, tanto è vero che la pesca, la navigazione o l’ancoraggio e sport come il kitesurf o windsurf sono interdetti.

I pannelli informativi si trovano anche in acqua attaccati alle boe, per uno snorkeling e una balneazione consapevoli ed
efficienti.

Questo è solo il primo passo verso un grande obiettivo che viene perseguito quotidianamente con la campagna “30×30 Italia” (campagna di Worldrise), un programma con lo scopo di proteggere il 30% del mare italiano per mezzo di AMP (aree marine protette) entro il 2030.

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Obiettivomeno rifiuti: basta “zuppa di plastica” nel mare

By : Aldo |Giugno 19, 2019 |Acqua, bastaplastica, cetacei, Consumi, Home, mare, obiettivomeno rifiuti, plasticfree, Rifiuti |0 Comment

ci guardano perché gli stiamo rendendo la vita impossibile

Nel Santuario dei Cetacei tra Mar Ligure e Tirreno, tra Corsica e Isola d’Elba settentrionale c’è una vera e propria zuppa. Si! Ma di plastica.

Con la barca ci entri dentro, la senti sfregare sullo scafo. I sapiens hanno buttato di tutto in mare. Rifiuti di plastica varia che hanno una vita terribilmente lunga.

Che compromettono la vita degli abitanti del Pianeta blu.

Bottiglie, contenitori in polistirolo, flaconi, buste e bicchieri. Imballaggi di plastica usati per attimi da noi “umani”, ma poi restano in mare per decenni.

In questo tratto di mare, di alto valore naturalistico per la presenza di molti cetacei, per una convergenza di correnti, si crea una “zuppa vorticosa” di plastica.

L’unico modo per proteggere i mari e le specie che lo popolano è vietare l’usa e getta, arrivando alla eliminazione della produzione e dell’utilizzo di queste plastiche monouso per imballaggi e oggetti facilmente sostituibili!

I ministri dell’Ambiente e dell’Energia dei paesi del G20 – cioè circa l’85 percento del PIL mondiale – in Giappone, a Karuizawa, hanno firmato il 16 giugno scorso un accordo, però non vincolante, che prevede la condivisione d’informazioni, misure e best practice per ridurre la cosiddetta “marine litter”, la “spazzatura” cioè i rifiuti principalmente in plastica che finiscono nei mari e negli oceani.

Di fronte al costante aumento dei rifiuti di plastica negli oceani e nei mari e ai danni che ne conseguono, la Commissione europea nel marzo scorso ha adottato nuove norme per eliminare 10 prodotti di plastica monouso che più inquinano le spiagge e i mari d’Europa e per gli attrezzi da pesca perduti e abbandonati. Questi prodotti “usa getta” rappresentano il 70% dei rifiuti marini. Le nuove regole comunitarie sono concepite per dare risultati concreti: saranno messi al bando i prodotti di plastica monouso per i quali sono facilmente disponibili soluzioni alternative, mentre si limiterà l’uso di quelli di cui non esistono ancora valide alternative riducendone il consumo a livello nazionale. I  produttori dovranno poi rispettare requisiti di progettazione ed etichettatura e sottostare a obblighi di gestione e bonifica dei rifiuti. Con queste nuove norme l’Europa è la prima a intervenire incisivamente su un fronte che ha implicazioni mondiali. L’adozione in via definitiva, da parte del Consiglio dell’Unione europea, della direttiva che vieta dal 2021 i prodotti in plastica monouso segna l’inizio di un percorso che potrà liberarci dalla plastica.

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